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Ma no, ci sta tutto che le vedute siano diverse, un po’ perché Zodeon non è certo un oggettivo capolavoro, un po’ perché è inevitabilmente una questione di gusti personali preferire l’uno o l’altro.
Io continuo a trovare insensato pubblicare un triplo album se poi anche chi lo apprezza finisce per skippare almeno metà dei pezzi - e il consenso su quali siano i brani evitabili è abbastanza uniforme. Del primo atto quasi nessuno salva nulla, e allora perché Corgan si è ostinato a propinarcelo? Perché dovrei dare tempo a dei brani che non dicono nulla? Che si prendesse la briga di fare una selezione e lavorare su quei 9/10 brani di buon livello, che l’altro enorme peccato originale di questo album è proprio il fatto che la maggior parte dei pezzi sono idee abbozzate e buttate là senza lavorarci a dovere. Prendi Pacer: fino a 2’30” il brano si sviluppa bene, con un bel crescendo fino al primo ritornello e un uso finalmente interessante della seconda voce femminile - e poi bum. Stop totale, Corgan che canta “Oh Shiny” con i soliti tick vocali e tre note scoreggiate di synth sotto, e poi riparte il ritornello con sotto un orrendo arpeggio di synth alla Muse che cresce fino alla fine. Ora, in Zodeon queste soluzioni così pigre non ci sono, e non vedo perché io da ascoltatore debba passarci sopra e vedere a tutti i costi il bicchiere mezzo pieno. “Fino a 2’30” il brano è buono - sì, e l’altra metà? “Il terzo atto di Atum è di buon livello”, ok, e gli altri due? Con Zodeon questi problemi non me li pongo, lo metto su, lo ascolto per intero e alla fine sono contento, senza dover pensare a come sarebbe se Corgan avesse fatto scelte diverse.
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